domenica 22 novembre 2009

Pasta frolla

Infredienti

1 Kg di farina oo
500 gr di burro
500 gr di zucchero
5 uova
1 pizzico di sale ( a discrezione )
vanilina
buccia di limone grattugiato ( o aroma )
1 bustina di lievito in polvere

Esecuzione

Con la farina create una fontana, inserite nel mezzo il burro a sfoglie o a dadi, successivamente le uova , il burro, lo zucchero, la vanilina e il limone. Cospargete il lievito sulla farina.
Impastate rapidamente il tutto .

N.B :

Se utilizzate la frolla per tartellette cuocete a circa 180°C e per 10 min ca.
Se utilizzate la frolla per crostate, ad es. di mele, cucete a circa 200°C per circa 25 min.

Andrea Piobbici

Torta trentina

Per il ripieno

Uva sultanina
mele tagliuzzate
buccia di limone grattugiato
Maraschino
2 cucchiai di crema pasticcera
un po' di pan di spagna sbricciolato

Esecuzione

Unite tutti gli ingredienti per il ripieno.
Foderate una tortiera con della pasta frolla, quindi inserite il ripieno.
Ricoprite con un altro disco di pasta frolla. Decorate a piacere con inserti di pasta frolla

Cuocere a 160°C per circa 1 ora

Andrea Piobbici
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venerdì 20 novembre 2009

Strangolapreti



Un altro piatto tipico della cucina trentina degno di attenzione per il suo gusto e le sue molteplici varianti.


Generalmente si usa creare l'impasti degli strangolapreti con gli spinaci.


Questo è dovuto alla facile reperibilità sul mercato, ma in realtà e sempre ritornando alle origini della ricetta, questo gnocco veniva ricavato da un impasto con pane ed erbette, coste o per l'appunto spinaci .


Nella mia ricetta ovviamnte riporterò l'ingrediente "spinaci" per praticità, ma sappiate: potete benissimo snobbare codesta verdura per una succedanea.


Altro accorgimento che uso è saltare la verdura detta con della cipolla brasata in olio EVO aromatizzato all'aglio per esaltarne il sapore che altrimenti sarebbe piuttosto "fiacco", tuttavia nella ricetta ovvierò questo particolare lasciando a voi la decisione per la personalizzazione o meno degli ingredienti .


Ho spesso visto aggiungere della ricotta nell'impasto, ma questa variazione non la prediligo per una questione di storia, ricordo che la cucina trentina è una cucina dalle origini povere e all'epoca l'uso del pane era un modo per evitarne lo sperpero.


Nella cucina povera, se ponete attenzione, trovate che nulla è lasciato al caso e che le scelte sono sempre essenziali per ottenere pietanze che anche da sole costituiscano o meglio dire costituivano, piatti unici .




Ingredienti:
400 gr di spinaci ( o coste o erbette)
500 gr di pane raffermo
250 ml di latte
2 uova
3 cucchiai di farina ( a discrezione)
sale e noce moscata qb
80 gr di burro
3-4 foglioline di salvia
formaggio Trentingrana grattugiato
Esecuzuione
Mettere il pane raffermo a bagna col latte per un ora.
Lessare in acqua salata gli spinaci, quindi strizzarli e passarli al setaccio o al cuttel.
Addizionare il pane ammorbidito, gli spinaci, le uova, la farina, sale e noce moscata e amalgamate il tutto.
Mettete a bollire abbondante acqua salata. Create con 2 cucchiai delle quennelles e immergetele
nell'acqua bollente.
A riemersione gli strangolapreti saranno cotti.
Con un ragno o una schiumarola raccoglieteli e serviteli su un piatto cospargendoli del trentingrana e versandovi sopra il burro fuso con la salvia.
Andrea Piobbici
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Canederli tradizionali


1 kg di pane raffermo
1/2 litro di latte
2 lucaniche
100 gr di speck
100 gr di Trentin grana grattuggiato
2 uova fresche
100 gr di prezzemolo tritato
sale e noce moscata qb
Farina oo (molto poca e solo se volete un canederlo più duro)

cottura in 2 litri di brodo di carne
100gr di burro
qualche foglia di salvia

Esecuzione

Tagliate il pane a dadini, quindi mettelo in una bacinella ammollandolo con il latte per circa due ore.
Togliete la pelle delle lucaniche e tagliatele a dadini, così come per lo speck.
Unite il resto degli ingredienti e impastate il tutto.
Una volta ottenuto l'impasto create delle sfere di circa 80 gr/90 gr e cuocetele nel brodo bollente per quindici minuti.
Servite i canederli in brodo con abbondante grana o asciutti con burro fuso e salvia.

Andrea Piobbici
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La cucina tipica : Cenni

La cucina tipica è riferita ovviamente alle usanze di una zona, di una regione, di una località , di una nazione.
Generalmente per cucina tipica si intende la cucina regionale con le sue specialità, ad es. la cucina emiliana è famosa per le paste fresche, i ripieni, la bolognese...la cucina sarda per il porceddu, i malloreddus, la seadas...la milanese per la cassola, la costoletta e il risotto alla milanese...la vicentina per il baccalà alla vicentina...la toscana per la bistecca alla fiorentina, i testaroli, il caciucco...e così via.
Ogni ricetta è sempre preceduta da motivi storici riferiti alle usanze e alle potenzialità agro-alimentari della zona trascinatesi nel tempo che inelluttabile ha segnato la tipicità del loco.
Ogni cuoco tende a modificare la ricetta che deve eseguire, tuttavia per quanto possano esserci differenze, generalmente gli ingredienti base e il risultato finale sono sempre molto simili.
Questo post serve a chiarire a quanti leggeranno le ricette tipiche che troveranno sul sito, che la stessa specialità può essere richiesta in maniera leggermente diversa, ma che in fondo la variazione non ne redige un radicale cambiamento.
Prendiamo per esempio i classici canederli tradizionali, in Alto Adige il canederlo è inteso pressochè con lo speck, mentre per la maggior parte dei trentini il classico canederlo necessita di pasta di mortadella o lucanica, con l'aggiunta di salame milano in egual dose per rinforzarne il sapore. Altri invece prediligono aggiungere del prosciutto cotto....insomma le variantisono sempre molteplici in tutte le ricette, ma il modus deve essere il medesimo.
Un' altra puntualizzazione che mi preme fare, sta nell'uso delle farine negli impasti di pane.
Personalmente ritengo che nel pane la farina già è l'ingrediente base e nulla mia fa pensare ad un uso giustificato di una sua ulteriore aggiunta, in quanto la farina è esclusivamente un legante usata da sola....basterà dosare gli in gredienti supplementari dell'impasto (latte, uova...) e non avremo necessità di collanti naturali.
Stessa cosa vale per il "tortel de patate", ho visto effetturae impasti con uova, farina e Dio sà cos'altro....La patata è ricca d'amodo e noessun senso avrebbe un ulteriore ingrediente....
E' vero però anche il fatto che spesso le patate non sono quelle più idonee al tortello di patate o che la troppa fretta non consente di eseguire alla perfezione un impasto di pane perchè si devono eseguire numerose ricette.....
Solo ed esclusivamente per facilitare la buona riuscita delle ricette, userò inserire nella legenda degli ingredienti del legante, in modo che il tutto vi risulti più facile.
Buon lavoro
Andrea Piobbici

giovedì 19 novembre 2009

Linzer Torte


Ingredienti:

360 gr di mandorle macinate
420 gr di farina oo
360 gr di burro
240 gr di zucchero vanigliato
3 rossi d'uovo
1 uovo
3 chiodi di garofano macinati
1 limone grattugiato
1 bustina di vanilina
1/2 bustina di lievito
cannella
200 gr di marmellata di ribes

Esecuzione

Con una frusta sbattete bene zucchero vanigliato,il limone grattugiato e il burro ammorbidito.
Agiungete quindi i rossi d'uovo e l'uovo e gli aromi, quindi il lievito, la farina e le mandorle mescolate assieme.

Preriscaldate il forno a 200 ° C
Imburrate ed infarinate due tortiere, quindi inserite 2/3 del composto e stendetolo con una spatola.
Laciate riposare il tutto per un ora e mezza.
Dividete il composto in due.
Deponete uno strato denso di marmellata e con il resto della massa che avrete inserito in un sac a poche create la griglia in superficie
Spennellate con dell'uovo.

Inserite la tortiera nel forno preriscaldatoa 200°C e portatelo subito a 180°C finendo la cottura della torta in 40 minuti.

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Andrea Piobbici
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mercoledì 18 novembre 2009

Minestra d'orzo delle Dolomiti


La minestra d'orzo è un piatto conosciuto in molte località e non solo nelle zona dolomitica, ma in quest'ultima la scelta delle materie prime e della sua preparazione non è casuale.
Devo ammettere che negli ultimi indirizzi della gastronomia si tende oramai a non rosolare più le brunoise di verdure cercando invece di effettuare delle cotture a base fredda in quanto questa dà alla zuppa più leggerezza.
In alcuni aspetti mi trovo in accordo e ammetto che per alcune minestre evito il soffritto ad olio.
Se però vogliamo eseguire una ricetta tipica in senso stretto, non possiamo ovviare nemmeno al metodo di preparazione, ma dobbiamo rispettare anche i canoni più tradizionali.


Ingredienti per 4 persone:

1 cipolla a brunoise
30 g di sedano verde in brunoise
30 g di carore in brunoise
20 g di patate a dadini

100g ci carne di maiale affumicata (carrè)

100 g di orzo
1,5 lit. di brodo di carne
1 noce di burro

foglia di alloro
erba cipollina tritata
pepe al mulinello e sale qb

Esecuzione :

In una casseruola appassite con il burro la cipolla, le carote e il sedano.
Lavate l'orzo e addizzionatelo alle verdure, aggiungete il brodo, la carne affumicata e la foglia di alloro.
Lasciate cuocere e 10 minuti prima di aver terminato la cottura aggiungete le patate a dadini.
Togliete carne affumicata, raffreddate e inseritela nella minestra a dadini o a listarelle come accompagnamento.
Terminare la guarnizione della minetsra con l'erba cipollina tritata e del pepe macinato al mulinello.
Cottura 1, 5 ore.
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Chef Andrea Piobbici

lunedì 16 novembre 2009

Schokolade parfait


Ingredienti

250 gr di prugne secche
200 ml di acqua
2 bustine di thè nero
4 cl di brandy
4 rossi d'uovo
150 gr di zucchero di canna
1,5 dl di latte
250 gr di cioccolato fondente
500 gr di panna 32%

Esecuzione

Tagliamo le prugne in quarti.
Facciamo bollire l'acqua ed aggiungiamo il thè con 4 cl di brandy, lascianso marinare per 30 min.
Rompiamo i rossi d'uovo e montiamoli con lo zucchero di canna a bagnomaria.
facciamo bollire il latte col succo delle prugne e le uova montate portando il tutto a 80° circa, intanto avremo fatto sciogliere la cioccolata che aggiungeremo al composto per poi lasciarlo raffreddare.
A raffreddamento avvenuto, aggiungeremo la panna precedentemente montata uniremo le prugne e verseremo il tutto in due stampi da 7 dl cad.
Coprire con pellicola e riporre in congelatore.

Crèmé brule


Ingredienti:
1 e 1/2 litri di panna 32% grassi
375 gr di zucchero
10 rossi d'uovo
3 uova intere
aroma vanilia
cannella
arancio e limone grattuggito

Procedimento

Fare bollire la panna ed aggiungere tutti gli aromi.
Sbattere a parte i rossi con lo zucchero e i due composti.
Cuocere per 35 minuti a 150° C.

Raffreddare , spolverare di zucchero di canna e caramellare lo zucchero alla fiamma, il tutto prima di servire.

Chef Andrea Piobbici
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domenica 15 novembre 2009

Tortino di mele della Val di Non

Dose per 13/14 formine

Ingredienti

3 uova
180 gr di zucchero
100 gr di olio di semi di girasole
125 gr di yogurt magro
150 gr di farina 00
1/2 bustina di lievito per dolci
6 mele a dadi

esecuzione

Montare le uova con lo zucchero, aggiungere l'olio di semi e quindi lo yogurt.
Addizionare la farina setacciata assieme al lievito. In fine le mele.
Inserire il composto ottenuto nelle formine precedentemente vaporizzate con spray antiaderente e cuocere per 25 minuti a 170 °C .

La ricetta è molto facile quanto gustosa e potete conludere il piatto dressando con della salsa vaniglia classica, una cialda di mela e del gelato alla cannella.


Chef Andrea Piobbici

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sabato 14 novembre 2009

Fiera del bollito con la peara' : Verona dal 13 al 22 novembre 2009

A Isola della Scala (Vr) si tiene proprio in questi giorni, la fiera Del Bollito e della Pearà, la classica Peverada per fa capire agli amici del Trentino..


Un area espositiva e di degustazione ristorativa di circa 2000 mq con 2000 posti a sedere.
Che dire di uno dei piatti più gostosi della cucina Veronese...
Nell'ottocento il bollito misto era uno dei piatti più poveri per antonamasia, il metodo più efficace per non buttare via nulla delle bestie macellate.
Venivano quindi utilizzate le parti snobbate dai benestanti, la testina, gli zampetti del maiale, la coda, la lingua, la cosiddetta gallina vecchia...insomma tutte le parti considerate meno pregiate.
Ora il bollito misto è stato sicuramente valorizzato da tagli pregiati di carne, la polpa della spalla, la sotto spalla, la punta di petto, il pescetto, il lombo del manzo....il vitello.....
Sicuramente ne è aumentato il pregio, ma l'effetto resta il medesimo : una pietanza gustosa e saporita accompagnata dall'altrettanto stuzzicante peara' o peverada che come ben sapete è ottenuta con mollica di pane raffermo, midollo e brodo bollente con una bella macinata di pepe.

Allora cari lettori non ci resta che trovarci tutti a Isola della scala e......Buon appetito!

Vs Andrea Piobbici
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La Zuppa di salmerino dei nostri monti profumata al Teroldego (Trentino)

Una variante della trota è il salmerino, fantastico pesce delle acque fredde dei nostri fiumi montani.
Il salmerino è ottimo utilizzato come antipasto se affumicato o marinato, come secondo dove si presta eccellentemente in svariati tipi di "croste" e non solo.
Già il salmerino è anche squisito in abbinameti per primi piatti e snobbando quelli che più facilmente potrebbero venire alla mente, ci dilettiamo a riscoprire una ricetta gustosa, tipica, diversa e...da non dimenticare nei nostri menù.

Zuppa di samerino dei nostri monti, profumata al Teroldego

Ingredienti

2 salmerini
400 gr di verdure per fumetto ( per ottenere di litri)
60/70 cl di teroldego
porri, sedano, carota e 2 foglioline di alloro

Esecuzione

Sfilettiamo i salmerini, tenendo da parte i filetti e con testa, lisca e coda andiamo ad ottenere un fumetto ristretto assieme alle verdure.
Otteniamo una julienne grossa dal porro, sedano e carota e con un goccio di olio EVO stufiamo il tutto bagnando con un po' di vino Teroldego, quindi aggiungiamo il fumetto.
Scottiamo ora i filetti sempre con EVO, facendo attenzione a non rosolarli ed aggiungiamo del fumetto, del vino Teroldego cuocendo a fuoco basso per 4 minuti circa.
Regoliamo di sale e pepe.


Chef Andrea Piobbici

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La Frittata di mele della Val di Non (Trentino)

La mela della Val di Non è conosciuta in tutta l'Italia e le lavorazioni alla quale si presta sono molteplici, ma non molto conosciuta è una ricetta che invece all'epoca dei nostri padri e soprattutto nelle valli, era più diffusa.


Frittata di mele della Val Di Non

Se volessimo rivisitare la ricetta, potremmo benissimo usarla per accompagnare del sottilissimo speck dell' Alto Adige, cotta diversamente per esempio in una formina da soufllè, magari con una marmellata di verdura ad esempio sedano verde (molto delicata) e finire il dressaggio con delle persecche ( cialde di mela essicata).


Ingredienti:

Polpa di 5 mele
8 uova grandi
sale
2 cucchiai di farina ( a discrezione dello Chef che esegue la ricetta)

Prenderemo le 5 mele che avremo precedentemente cotto al forno e ne ricaveremo la polpa che poi sbatteremo assieme alle uova, poco sale e la farina.
Scaldiamo quindi un sautèe nero e ungiamolo leggermente, versiamo la frittata e cuociamola da ambo i lati.

La pietanza è pronta ! Semplice? Certo, ma buono non significa necessariamente complicato.

Chef Andrea Piobbici
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martedì 10 novembre 2009

La "Ciuiga" : Non chiamatelo salame

Tipic della zona di san Lorenzo in Banale (tn), la ciuga è il frutto nato dalla necessità di superare difficoltosi periodi di povertà.
Per capirne l'affascinante origine, bisogna pensare con il senno di prima, ciò quando le cose non andavano molto bene per le famiglie dei valligiani.
Chi poteva permettersi di allevare un maiale, all'arrivo dell'autunno era obbligato a macellarlo per poter pagare i debiti contratti durante il trascorso con i creditori, per lo più cooperative alimentari, in quanti i debiti erano per lo più per sfamare le famiglie.
La tradizione, voleva altresì che dopo la macellazione, le frattaglie, le interiora, la testa ed il sangue, rimanessero al proprietario.
Di quì l'inventiva nata dall'esigenza di non sprecare nulla diede frutto alla ciuga.
Infatti con l'aggiunta di rape bianche e spezie, tutti i residui del maiale davano origine ad un insaccato dal sapore divertente quanto saporito.
La ciuiga diventava allora il cibo che consumato con polenta, crauti o patate, sosteneva gli abitanti del loco.
La ciuiga andava affumicata in ambiente chiuso per una notte, acquisendo così il caratteristico sapore.
Essa non può essere semplicemente considerata un salame e la denominazione D.O.P. ricevuta ne consacra tale unicità.
Per qualche tempo infatti la ciuiga fu diatriba di chi diceva che a causa del procedimento per nula industriale, non potesse essere commercializzata, ma a rendere così speciale questo prodotto è proprio la sua tradizione, che non può essere trasportata di loco in loco, ma che nasce e continua a d esistere nella sua splendida zona.
Per definizione attuale, la ciuiga è un insaccato di carni miste, quindi suine e bovine.
Ecco quindi gli ingredienti per 35 kg di carne:
15 kg rape fresche
450 gr di pepe nero macinato
450 gr d'aglio tritato
1,2 kg di sale fino
conservanti di norma
Ovviamente , se volete procedere, assicuratevi di avere il necessario materiale per la preparazione:

tritacarne
cassa forata con coperchio
peso per la pressatura
budello di manzo
insaccatrice
spago alimentare.

Chef Andrea Piobbici
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lunedì 9 novembre 2009

Il fascino della cucina etnica

Se in una cena a base di cucina etnica, ci soffermassimo ad ogni boccone e cercassimo di capire cosa ci raccontano i sapori, sarebbe inevitabile carpire le tradizioni, i luoghi e le abitudini dell'etnia in oggetto.
Tanto prechè sia chiaro a tutti, la cucina etnica è la cucina riguardante altre popolazioni e quindi non solo altre zone del mondo, ma altre culture, religioni, stili di vita e perfino modi di pensare.
Quando si parla di questa fantastica gastronomia, generalmente si intende:
Africa
Arabia
Cina
Giappone
Messico
Thailandia
Grecia
india
In quei luoghi sono letradizioni e il fascino delle culture a rendere speciali gli ingredienti, molte volte semplicissimi.
Sarebbe bellissimo poter esplorare il mondo culinario delle varie etnie ed impararne i segreti, imparare a cucinare perfino con i semplicissimi ed avolte bizzarri strumenti che in loco usano per cucinare.
Questo post, ha il solo scopo di spiegare cos'è la cucina etnica.
Semplice, come la cucina di tutto il mondo.

Andrea Piobbici
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venerdì 6 novembre 2009

Tagliolini di farina di kamut,con porcini e riduzione di latte di soia

dose per 4 persone

160gr di tagliolini di farina di kamut
150 gr di porcini tagliati dadi
olio EVO
olio all'essenza di aglio
250 gr di latte di soia
sale qb
pepe al mulinello


Esecuzione

In una casseruola riducete della metà il latte di soia a fuoco molto moderato.
In un tegame caldo, saltate i porcini con l'olio Evo e dell'olio essenziale all'aglio (molto poco)
Aggiungete quindi il latte di soia precedentemente ridotto e salate.
Quindi addizionate i tagliolini cotti in acqua salata e saltateli, mantecandoli con mezzo mestolino di acqua di cottura che vi servirà per terminare la cottura dei tagliolini e mantecarli con l'amido che lo stesso rilascerà
Su un piatto ponete una porzione di tagliolino che avrete arrotolato a mo' di nido d'ape.
Concludete il dressaggio del piatto con del prezzemolo fritto e una macinata di pepe macinato al momento.

Chef Andrea Piobbici
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giovedì 5 novembre 2009

Vegetariani e vegani : simili solo in apprenza

Sembra impossibile, ma nonostante la continua crescita di persone in regime di alimentazione controllato, ancora non si conosca la differenza tra vegetariani e vegani, in alcuni acasi addirittura , la parola vegano risulta una parola sconosciuta.
Per alcuni aspetti, vegetariani e vegani utilizzano molti alimenti simili, ma come per l'appunto ci insegna il latino "vegetus" significa "sano", mentre "vegetaliano""vegetabilis", indica "colui che si nutre di vegetali".
Il vegetarianismo infatti, esclude l'uso della carne, del pesce e di tutti gli animali in genere, tuttavia permette l'uso dei derivati di questi : latte, uova formaggi...
A seconda del consumo dei suddetti avremo tre catogorie di vegetariani :
ovo-latto-vegetariani
latto-vegetariani
ovo-vegetariani .
I vegetaliani invece ( o vegani), sono coloro che non solo praticano l'abolizione della carne e e del pesce, ma escludono completamente dalla loro dieta qualunque alimento succedaneo o surrogato di origine animale. A volte questa tipologia di regime alimentare segue un vero e proprio stile di vita
Seguire un alimentazione vegetaliana è al quanto difficile e necessita di molta informazione scientifica per soddisfare non solo il fabbisogno calirico, ma anche quello dei principi nutritivi indispensabili.
Nonostante la difficoltà della dieta vegetaliana, possiamo trovare indirizzi ancor più esasperati e particolarmente selettivi.
Infatti, tra i vegetaliani abbiamo delle categorie con regole ancora più rigide, troveremo quindi.
i granivori, che mangiano solo cereali
i frugivori, che si nutrono di solo frutta
i crudisti, che restringono la loro dieta a verdure crude.
Spesso la differenza tra le due tipologie in oggetto, sono reperibili tra i fattori salute, la protezione dgli animali, le ricadute sull'impatto ambientale e sociale etc.....
In qualsiasi caso, prima di intraprendere una dieta diversa dalla normalità, composta quindi di alimenti del tipo animale e vegetale, bisogna documentarsi ed informarsi bene, ma gari rivolgendosi ad un alimentarista o comun que esperto del settore.

Chef Andrea Piobbici
per ulteriori info : piobbicik@hotmail.it
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Dietologia : La chetogenica

La dieta chetogenica si basa sul presupposto che un'alimentazione ricca di proteine e lipidi e molto povera di carboidrati mantenga costanti i i livelli di insulina evitando l'accumulo di grasso e favorendo il suo utilizzo a scopo energetico. Diminuendo i livelli di glucosio oltre i limiti raccomandati il corpo sarà costretto ad attingere energia da altri substrati quali proteine e lipidi.

Per capire meglio di cosa sitratta effettivamente, dobbiamo prendere in considerazione il principo daella cluconeogesi e i corpi chetonici.

Cosa sono i corpi chetonici ?

L'organismo umano necessita di glucosio per sopravvivere. L'essenzialità del glucosio come fonte energetica è legata al fatto che il sistema nervoso centrale utilizza esclusivamente glucosio per svolgere la propria attività e anche gli eritrociti sono dipendenti dalla glicolisi per il loro metabolismo energetico. Si calcola che il minimo apporto giornaliero di glucosio per permettere il normale funzionamento di questi sistemi sia di 180 grammi.Tuttavia, in condizioni particolari di estrema carenza di glucosio (digiuno prolungato) il corpo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere.


La lipolisi (la degradazione degli acidi grassi a scopo energetico) è legata alla glicolisi (la degradazione del glucosio a scopo energetico). Se per un qualche motivo la glicolisi ed il ciclo di Krebs sono fortemente rallentati, allora anche la lipolisi viene compromessa e si formano i corpi chetonici (gli acidi grassi vengono normalmente degradati ad acetil CoA che entra nel ciclo di Krebs legandosi all'ossalacetato per un ulteriore ossidazione fino ad anidirde carbonica e acqua. Se la produzione di acetil CoA tramite la lipolisi eccede la capacità di assorbimento dell'ossalacetato, si formano i corpi chetonici).I corpi chetonici sono tre, l'acetone, l'acetoacetato e il 3-idrossibutirrato. I corpi chetonici si formano a partire da due molecole di acetil-CoA che, non potendo entrare in Krebs, si associano tra loro.

Per vedere un esempio di dieta chetogenica : http://www.mypersonaltrainer.it/dieta/esempi/dieta-chetogenica.html